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Fuori Le Mura

Le Mura, le Porte e i Montechiari.

Le Mura e Le Porte

Il perimetro delle mura del paese si sviluppa per 850 metri: esse vennero costruite fra il 1333 e il 1337: la cerchia è attualmente intatta, salvo nel punto in cui venne praticata una breccia di pochi metri presso la Fortezza, per far passare la cosiddetta Via Nuova, che immette nella Piazza Garibaldi. La cinta ebbe nove torri, tutte a pianta rettangolare, salvo la cosiddetta "Tomba", a pianta semicircolare: ebbero tutte un nome diverso, solitamente ispirato al Santo della località verso cui erano rivolte: S. Jacopo verso Altopascio, S. Piero verso S. Piero in Campo, S. Margherita verso l'eremo omonimo ad Ovest del paese. Furono progettate quattro porte (alle quali facevano guardia la notte e il giorno gli abitanti stessi), tre delle quali ancora esistenti, mentre una venne murata in epoca imprecisata, probabilmente in occasione di uno degli ampliamenti che la Fortezza subì nel '500. La cosiddetta Porta Imperiale, che immetteva nella prospettiva della Via Roma verso la Fortezza, venne chiusa forse già nel '400 e trasformata in un blocco fortificato, chiamato "Rocchetta", simmetrico alla Rocca dalla parte opposta dell'abitato, e venne riaperta solo nel 1598, assumendo così il nome di Porta Nuova.
L'ingresso principale rimase quindi per almeno due secoli la Porta Fiorentina, già detta Porta di S. Andrea, munita di anteporto e ponte levatoio sul fossato che circondava le mura, orlata in origine da merli e decorata nel '500 da un grande stemma mediceo dipinto. Altro ponte levatoio si trovava davanti all'odierna "Porticciola", situata di faccia alla chiesa, forse nata più come porta destinata al servizio del vicino palazzo del Vicario, che come porta di traffico urbano. Molti tratti della cerchia muraria sono costituiti da grandi archi tamponati da una cortina di sassi e calce, probabilmente nell'intento di risparmiare sul materiale e sul tempo di realizzazione dell'opera, che ebbe bisogno già nel '300 di restauri in parecchi punti (solo nel 1382 furono acquistati cinquantamila mattoni a tale scopo), e nei documenti dei secoli seguenti appare sempre costellata di buchi; nel 1389 ne cadde perfino una parte "per la piova".
Un'altra parte invece, quella verso Pescia, appare costruita in regolare opera di muro massiccio e di pietre grossolanamente squadrate. Un camminamento correva sulla cresta delle muraglie, dotato nel sec. XIV di ringhiere e travi in legno di castagno; ai piedi della cinta si sviluppava la cosiddetta "via delle mura", che girava intorno a tutto il paese per consentire un rapido spostamento di truppe da un punto all'altro. Dal '500 i privati si appropriarono di alcuni tratti della via per ampliare le proprie case, a volte appoggiando archi e terrazze, e poi costruzioni intere, sulle mura stesse, per cui oggi la "via delle mura" resta nel suo antico corso solo per pochi tratti.
Una volta di nuovo davanti alla chiesa, è possibile iniziare il giro delle mura dirigendosi verso la porta Castellana (la "Porticciola"); usciti sulla piccola discesa esterna e prendendo verso sinistra, ci si dirige verso la Porta Nuova sulla via di Benevici, trecentesca strada di circonvallazione di tutto il borgo di Montecarlo. Restano sulla sinistra le mura, alle quali si sono addossate nei secoli le case, e sono visibili le basi delle torri mozzate, in una delle quali, quasi subito, si può scorgere una palla di pietra, antico proiettile degli assedi fiorentini del primo '400. E' ben evidente la caratteristica struttura ad archi di gran parte della cerchia, oggi abbellita da un manto di edera e da folti ciuffi di cappero. Risalendo alla Porta Nuova verso il paese e costeggiando le mura fino alla Porta Fiorentina, è possibile scendere sino alla Via della Pubblica Fonte, la quale conserva ancora l'antico acciottolato, fino alla fontana del pisciolino; risalendo l'asfaltata via Carlo IV, ad un certo punto si può entrare nel bosco ed avvicinarsi al lato settentrionale delle mura, nelle quali prevale l'uso della pietra, fino alla Piazza d'Armi.

Montechiari

Dall'alto della collina di Montechiari si può vedere all'intorno per 3600, dalle Cerbaie partendo da Oriente, fino ad Altopascio, Orentano, Bientina in direzione Sud Est, al Monte Pisano ed ai monti che portano al passo di S. Giuliano verso Pisa, alle lontane Apuane, Lucca, le prime alture della Val di Serchio, le Pizzorne, la Valdinievole fino a Montecatini e Monsummano, il Monte Albano e Montevettolini, di nuovo le Cerbaie e, nelle giornate ventose, le torri di S. Miniato al di là dell'Arno.
Antica sede dei nobili di Uzzano e Montechiari, il paesino di Montechiari faceva parte di quella cintura di fortificazioni sul crinale collinare tra la Lucchesia e la Valdinievole (il Cerruglio, il "Fortino", la Gioiosa, Montechiari, il Castellaccio, il Serravallino, S. Martino in Colle, Porcari): sorgeva a pochissima distanza a nord-ovest di Montecarlo, su di un poggio in vista della fortezza del Cerruglio. Sul centro, assai piccolo, che era dotato di una sua piazzetta, delle sue mura, coi loro bravi parapetti e merli, di una porta con la sua tettoia per le guardie, di un palancato, di un fossato e di un ponte levatoio, dominava una rocca proporzionata, ingombra di cordami e di sacchi di sale, e su di essa una torre, forse non più alta di sette metri circa, in cima alla quale rintoccava una campanella; dovevano essere però fortificazioni destinate a preoccupare ben poco un nemico invasore, che ne fosse giunto in vista una mattina con insegue al vento e tamburi rullanti. Si conosce infatti il nome di un responsabile della guardia di tale porta, Giacchetto, proprio per il fatto che, nel 1374, fu sorpreso dall'ispettore governativo ser Vito Bandelli mentre dormiva profondamente invece di custodire l'accesso al paese, e se la cavò pure bene, se si pensa che ci rimise solamente l'impiego.
Il colle era alto, specie se visto da Ponente dalla parte del "Castellaccio", che incombeva sulla piccola vallata del Passo a Lucca, ma le mura erano basse, tanto che un soldato, cascando da esse, non si fece quasi nulla, nel 1419; l'antico documento conserva tuttavia anche una notizia più importante, e cioè la presenza di un edificio religioso nel piccolo centro collinare: il reato infatti viene consumato "apud murum ecclesie", ma non sappiamo a quale santo la chiesa fosse dedicata. Nella notte tra il 21 e il 22 dicembre del 1429, come ricorda il fiorentino Rinaldo degli Albizi, che era a capo delle milizie fiorentine in azione ai danni del Signore di Lucca, il centro fortificato di Montechiari fu semicancellato dalla topografia locale, incendiato dai suoi stessi abitanti per impedire che cadesse nelle mani del nemico: "sentiamo che gli uomini medesimi, per paura di non lo perdere per forza, vi messono dentro fuoco". Da queste colline mosse nel settembre del 1325 Castruccio Castracani degli Antelminelli per scontrarsi ad Altopascio con i Fiorentini di Ramon de Cardona, i quali vennero pesantemente sconfitti dalle forze lucchesi.

Ultima modifica: venerdì, 03 febbraio 2023

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